BAGOLARO

L'albero dei rosari

La chioma è piuttosto densa, espansa, più o meno rotondeggiante. Le foglie sono caduche, hanno un picciolo corto (5-15 mm) e una lamina quasi ellittica o lanceolata (2-6 cm x 5-15 cm). Sono caratterizzate da un apice allungato e da base un po' asimmetrica.

La pagina superiore è più scura e ruvida. I fiori sono ermafroditi e unisessuali (maschili), compaiono con le foglie e sono riuniti in piccoli grappoli (ogni fiore misura circa 2-3 mm).

La fioritura avviene fra aprile e maggio. 

I frutti, commestibili, sono drupe subsferiche di circa 8-12 mm.

Dapprima di colore giallo o grigio-verde chiaro, con la maturazione divengono scure.

Hanno un sapore dolciastro, ma la polpa è scarsa.  

Il Bagolaro ( Celtis australis L.) è un grande albero spontaneo che probabilmente deve il suo nome a "bàcola" ( diminutivo latino di bacca).

Infatti il suo frutto è una piccola bacca nericcia e dolce (ne sono ghiotti gli uccelli), con nocciolo assai duro (se ne ricava un olio) che da bambini usavamo come proiettile da sparare con le cerbottane.

Questa pianta è conosciuta anche con il nome spaccasassi, dovuto al suo forte apparato radicale. Può raggiungere i 25 m di altezza.

Il tronco è abbastanza breve, robusto e caratterizzato (in età adulta) da possenti nervature, con rami primari di notevoli dimensioni, mentre quelli secondari tendono a essere penduli.


In Val di Non, in Trentino, nel 1830 operava la prima fabbrica di manici da frusta intrecciati che arrivò ad occupare nel 1920 fino a 350 addetti in 21 piccole industrie artigiane.

Assieme al Bosso è uno dei legni più duri e quindi poco attaccato dai tarli.

Con i suoi giovani fusti, spaccati in due parti si costruivano anche i cerchi dei tini.

USI:

Noto fin dall'antichità, il Bagolaro è oggi utilizzato nelle alberature stradali. 

Si tratta infatti di una pianta estremamente adatta all'ambiente urbano dal momento che resiste bene all'inquinamento atmosferico delle aree di grande traffico.

Rustica e frugale, si adatta a qualsiasi tipo di terreno e di esposizione, non soffre della copertura di asfalto.

Il legno si presenta chiaro (color grigio-biancastro) ed è duro, flessibile, tenace ed elastico e di grande durata, è ricercato per mobili, manici, attrezzi agricoli e lavori al tornio. E' inoltre un ottimo combustibile. Dalla corteccia si estrae una sostanza gialla tintoria.

In passato veniva utilizzato per costruire remi e alcune parti del carroIl bagolaro viene chiamato anche "albero dei rosari"; infatti i suoi semi erano utilizzati per costruire il rosario.

Il legno di bagolaro essendo privo di alburno è arrendevole e nervoso a tal punto che può essere piegato a cerchio senza spezzarsi. Per questo è stato largamente utilizzato per costruire i volanti delle automobili ed i manici dei cesti e delle fruste.

Giovanni Claudio Zuffo - Mirandola Elis -  VERONA - 349 140 9169 
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